Ravenna CCS Hub . Il progetto di Eni e Snam per una filiera italiana nella decarbonizzazione

Sfruttando la grande capacità dei giacimenti a gas esauriti dell’Adriatico diventerà uno dei siti più grandi al mondo per lo stoccaggio della CO2. La CCS permette di ridurre l’impatto delle emissioni industriali.

Ravenna CCS Hub . Il progetto di Eni e Snam per una filiera italiana  nella decarbonizzazione

Ravenna CCS Hub . Il progetto di Eni e Snam per una filiera italiana nella decarbonizzazione

Ravenna, la cui storia è legata all’industrializzazione e allo sviluppo energetico del Paese, sta consolidando il proprio rilievo strategico, accogliendo progetti che serviranno ad affrontare in modo efficace le sfide energetiche: raggiungere la sostenibilità ambientale garantendo al contempo la sicurezza energetica e l’equità dell’accessibilità alle stesse fonti energetiche.

Fra i progetti più importanti, ci sono quelli che impegnano direttamente Eni e Snam, che hanno definito strategie concrete per raggiungere la neutralità carbonica: la CCUS è una di queste, insieme alle rinnovabili, i biocarburanti, l’efficienza energetica, vettori “low-zero carbon” e le leve di carbon offset per la compensazione di quelle emissioni residuali che, per quanto marginali, non potranno essere eliminate. E in questo contesto le due società hanno deciso di allearsi per sviluppare un progetto tutto unico: Ravenna CCS. La CCS è un processo sicuro e maturo e fondamentale nel percorso di decarbonizzazione dei settori industriali. L’IPCC (gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico delle Nazioni Unite) nel rapporto 2023 l’ha definita come tecnologia “imprescindibile” per centrare gli obiettivi climatici globali. In tale cornice si registra un crescente interesse verso questa soluzione da parte degli emettitori industriali, che vedono in essa uno strumento fondamentale per i propri obiettivi di decarbonizzazione. Eni e Snam ritengono che la CCS avrà un ruolo di primaria importanza nella transizione energetica, in particolare per evitare le emissioni delle industrie Hard to Abate come il cemento, l’acciaio e la chimica, per le quali ad oggi non esistono soluzioni altrettanto efficaci ed efficienti.

L’esperienza di Snam nello stoccaggio del metano si coniuga a quella pluridecennale di Eni nello sviluppo e produzione dei giacimenti di gas, che consentirà di riconvertire parte delle infrastrutture esistenti, con particolare riferimento ai campi depletati o in via di esaurimento, in hub di stoccaggio dell’anidride carbonica, permettendo così di decarbonizzare le attività industriali proprie e di altri a costi competitivi ed in tempi rapidi. La joint venture fra Eni e Snam sta portando avanti lo sviluppo del progetto Ravenna CCS, che andrà a decarbonizzare attività industriali (italiane, ma anche internazionali) convertendo i giacimenti di gas esauriti del mare Adriatico in siti di stoccaggio geologico permanente per la CO2. La significativa capacità di stoccaggio complessiva dei giacimenti di gas esauriti offshore (oltre 500 milioni di tonnellate) farà di Ravenna CCS l’hub di riferimento nel Mediterraneo. L’avvio della fase 1 è previsto per l’inizio del 2024 con l’iniezione ai fini dello stoccaggio permanente di 25 mila tonnellate all’anno di CO2, catturate dall’impianto di gas di Casal Borsetti di Eni. La fase 2 verrà avviata entro il 2026 e raggiungerà una capacità di stoccaggio di 4 milioni di tonnellate all’anno al 2030; ulteriori espansioni potranno portare i volumi fino a 16 milioni di tonnellate di CO2 all’anno. Dal punto di vista occupazionale il progetto fornirà un contributo determinante nel tutelare il livello esistente, legato al sistema tradizionale, e al contempo nel promuovere la creazione di un importante numero di nuovi posti di lavoro, diretti e indiretti.

Per contribuire al pieno sviluppo della fase industriale, in particolare, Snam garantirà la messa a regime di un’adeguata rete di trasporto nell’area della Pianura Padana, riutilizzando ove possibile le pipeline esistenti per contenere al massimo l’impronta sul territorio del proprio intervento. Piero Ercoli, Executive Director Decarbonization Unit, Snam spiega: "I tavoli bilaterali avviati con le realtà industriali ’hard to abate’ stanno evidenziando un crescente interesse del tessuto produttivo verso la CCS, e questo ci incoraggia a proseguire lungo la strada intrapresa, convinti che l’adozione di una logica industriale, unita a un quadro normativo chiaro, siano i principali fattori che permetteranno al progetto stesso di incidere con efficacia nella complessa traiettoria di decarbonizzazione verso un futuro a zero emissioni. Per Snam, del resto, Ravenna si conferma un polo strategico, lungo il quale transiterà anche il corridoio dell’idrogeno verde proveniente dal Nord Africa, e al largo delle cui coste, dalla fine dell’anno prossimo, sarà in esercizio anche la nuova nave rigassificatrice BW Singapore". Salvatore Giammetti, Head of Carbon Capture, Utilization and Storage, Eni evidenzia: "Ravenna è il luogo ideale per l’avvio del primo progetto CCS in Italia, in primis perché nel mare Adriatico Eni ha un numero significativo di giacimenti a gas esauriti o in via di esaurimento che possono essere convertiti in tempi rapidi e in modo sicuro in siti di stoccaggio di CO2. La posizione di Ravenna è strategica: l’area è al centro di un sistema logistico e infrastrutturale eccellente, che vede connessioni portuali, stradali e ferroviarie e, inoltre, è uno dei principali hub del sistema italiano di trasporto del gas. Infine, a Ravenna possiamo contare sulla presenza nel territorio di elevate competenze tecniche e tecnologiche e di importanti capacità realizzative". In questi giorni è stato lanciato il sito web Ravenna CCS Hub, che illustra il progetto di cattura e stoccaggio della CO2.